The Monkey King, disponibile su Netflix dal 16 Agosto, è un film che si rifà ad un classico della letteratura cinese, Il viaggio in Occidente. Il racconto ha per protagonista (particolarmente nella prima parte del testo) Sun Wukong, affascinante re scimmia o, più semplicemente, Monkey King. L’opera è diretta da Anthony Stacchi.
Sun Wukong è una scimmia nata da una roccia caduta dal cielo. Tutti i tentativi che questo esuberante primate fa per essere accettato dai propri simili sono ogni volta nulli. Finché un giorno Sun ruba un bastone magico da Dragon King (un drago che governa il mondo sottomarino), riuscendo così a sconfiggere un demone che da lungo tempo decimava la mandria di scimmie. Sun Wukong è ora acclamato come Monkey King ed è deciso a farsi accogliere fra gli immortali del cielo. Per farlo si impone di sconfiggere cento demoni. Ad aiutarlo sarà la ragazza Lin che, nonostante le continue ritrosie del nostro, gli sarà di notevole aiuto fino alla fine del suo viaggio e suo malgrado un segreto che ella tiene celato.
The Monkey King è una delle ultime fatiche di Netflix Animation e di Pearl Studio (di cui ricordiamo Over the Moon – Il fantastico mondo di Lunaria di Glen Keane). Il film di Stacchi è un film snello, (troppo) veloce, che offre alcuni spunti visivamente interessanti ma che tralascia aspetti importanti.
Dalla presentazione del nostro esuberante protagonista nelle prime scene del film, siamo trascinati in una folle corsa delle imprese compiute da Monkey King per raggiungere l’agognata immortalità. Un racconto troppo rapido e ai limiti del confusionario. Con l’entrata in scena di Lin le cose non migliorano. La giovane sarebbe anche un bel personaggio ma è una spalla troppo esile per un protagonista che fagocita completamente ed esageratamente l’attenzione. La conclusione del suo personale cammino in questa storia – per non parlare di certe azioni sul finale del racconto nel rapporto fra lei e Monkey King – è piuttosto posticcio.
Monkey King ha un buon utilizzo dei tempi comici in tutte le scene di interazione fra il protagonista e il resto dei personaggi che rasentano tutti, cattivi compresi, il “macchiettismo” che infine non risulta pesante. Le scene di combattimento sono veramente godibili e l’aver utilizzato un tipo di animazione diversa nella sequenza degli scontri con la lunga lista dei demoni, è stata una scelta più che azzeccata. Di grande impatto è lo scontro finale tra Monkey King e Dragon King che ricalca ben altre tradizioni cinematografiche e che preclude ad un lieto fine che, senza dimenticare quanto scritto a riguardo nel paragrafo precedente, risulta ben scritto.
The Monkey King è carino, godibile, un onesto film da intrattenimento lungo i suoi novantasette minuti. Lascia in bocca il sapore di un passatempo più che di un must watch ma con Stacchi alla regia non è comunque tempo buttato.