Pubblicato nello stesso anno solare di Raya e l’ultimo drago, 60° classico Disney e recentemente premiato ai Golden Globe come Miglior Film D’Animazione nel 2022, Encanto è un film d’animazione del 2021 della Walt Disney Pictures diretto da Jared Bush, Byron Howard e co-diretto da Charise Castro Smith.
Ambientato in Colombia all’inizio dello scorso secolo, racconta di una famiglia che vive all’interno di una casa magica e a cui a ogni membro, raggiunto il quinto anno di età, viene concesso un dono (“gift” tradotto erroneamente “talento” in italiano). Ma, dato che esiste un’eccezione alla regola in ogni cosa, in questo caso “l’eccezione” è una ragazzina di quindici anni protagonista della nostra storia, Mirabel Madrigal che non riceve alcuna capacità.
Un film alternativo sotto molto aspetti, non presenta un vero e proprio antagonista né una vera e propria avventura né tantomeno Mirabel rispecchia il canone di impossibile perfezione delle principesse Disney anche perché, ennesimo punto alternativo di questo prodotto, lei stessa non è una principessa.
Un musical a tutti gli effetti, con ritmi tipicamente colombiani e coinvolgenti. Infatti, la canzone di Lin-Manuel Miranda We Don’t Talk About Bruno ha superato Let it Go del 2013 che a sua volta aveva superato Colors of the Wind dal 1997.
Da un punto di vista geografico, i registi, dopo lunghe ricerche tra svariate città colombiane, si sono ispirati in particolare alla cittadina di Barichara per riprodurre il villaggio del film e, da un punto di vista storico-culturale, vi sono riferimenti al Dia de las Velitas (la candela, vela, infatti è un elemento fondamentale all’interno del film) e alla guerra civile e al desplazamiento, tema ancora purtroppo attuale nei paesi del Sud-America e molto caro in particolare alla co-regista che l’ha visto vivere ai propri nonni, ai suoi occhi degli eroi di guerra.
Potremmo dire che è un film adatto a tutta la famiglia e a tutte le famiglie poiché non solo ogni parente si può riconoscere in uno dei personaggi, ma perché ognuno è in grado di captare qualcosa di diverso: i bambini verranno sicuramente attratti dai colori e dai poteri magici dei personaggi, gli adolescenti si faranno domande sulla propria identità e sul proprio sentirsi incompresi e gli adulti riusciranno a captare il vero significato che si nasconde dietro a questo fantomatico “encanto” ovvero un trauma generazionale, reso molto bene dal Realismo Magico presente in tutto il film, utilizzato per tradurre gli stati emozionali attraverso caratteristiche reali o fenomeni concreti che si ritrovano nella natura di tutti i personaggi e della stessa Casita. Quindi, non solo le famiglie sud-americane, ma ogni famiglia del mondo può ritrovare sé stessa in questo racconto.
Dietro a un musical pieno di colori, si nasconde quindi un concetto profondo che ad oggi non molti purtroppo sono riusciti a vedere, ritenendo il film carino ma semplice, senza picchi di meraviglia e di tensione, non riuscendo a leggere fra le righe.
La Disney, invece, è riuscita a toccare con gentilezza ma decisione, dietro all’immagine della “famiglia magica”, il tema dell’abuso familiare, dell’ansia, del gaslighting e di tutti quegli argomenti ad oggi così attuali, ma ancora studiati e compresi così poco.
Spero che le future generazioni saranno in grado di comprendere, ritrovarcisi e rompere la scia traumatica che troppo spesso le persone in diversi tipi di legami o comunità sopportano in silenzio per ragioni culturali, lavorative o, in questo caso, familiari, credendo che ci possa essere una giustificazione all’abuso per tali stesse motivazioni quando, in realtà, non vi è mai.