Per la Walt Disney Company i primi anni Ottanta non furono certo un periodo roseo, i cartoons sembravano non avere più successo come negli scorsi decenni. La compagnia optò quindi di investire ben 70 milioni di dollari – a quell’epoca il più alto budget di tutti i tempi – su un progetto rivoluzionario a tecnica mista, tratto da un romanzo a fumetti di poca fama, Who Censored Roger Rabbit? di Gary K. Wolf, che unisce esseri umani e personaggi dei fumetti, ipotizzando la loro coesistenza nel nostro mondo.
Nel 1985 Michael Eisner (amministratore delegato della Walt Disney Company dal 1984 al 2005) decise di approvare la pellicola d’animazione a tecnica mista, prodotta da Frank Marshall e Robert Watts. Come regista fu ingaggiato Robert Zemeckis – Ritorno al futuro (1985) – e come collaboratore produttivo la Amblin Entertainment di Steven Spielberg.
Grazie a quest’ultimo venne permesso l’impiego di un gran numero di personaggi non disneyani, dando così la possibilità di creare un mondo articolato e variegato. Spielberg convinse Warner Bros., Fleischer Studios, King Features Syndicate, Felix the Cat Productions, Turner Entertainment e Universal Pictures / Walter Lantz Productions per “dare in prestito” i loro personaggi nel film. Oltre a questo accordo queste società non furono coinvolte nella produzione.
La produzione animata, sotto Don Hahn, fu divisa tra lo studio di Richard Williams, eccelso regista e animatore, che insistette per lavorare negli Elstree Studios dell’Hertfordshire in Inghilterra, e una piccola unità supervisionata dall’esperto animatore Dale Baer alla Walt Disney Feature Animation di Burbank (Los Angeles).
Le riprese iniziarono nel novembre 1986 e durarono sette mesi e mezzo presso gli Elstree Studios, con un mese aggiuntivo a Los Angeles e all’Industrial Light & Magic (ILM – compagnia statunitense di effetti visivi cinematografici creata nel 1975 da George Lucas) per gli effetti del blue screen. Il film venne interamente montato senza l’ausilio di computer.
A dispetto di quanto accadde nei precedenti tentativi di far convivere animazione e live action, la cinepresa è in movimento e il personaggio risulta a tre dimensioni. Giacchè la luce della sequenza muta, ci rendiamo conto nientemeno che la sua ombra è la medesima degli attori. E pertanto il personaggio animato è interamente inserito nelle scene. Il regista Zemeckis voleva che la pellicola ambisse a tre fondamentali requisiti: «l’alta qualità dell’animazione Disney, la caratterizzazione della Warner Bros., e l’umorismo di Tex Avery».
Dai toni noir e malinconici Chi ha incastrato Roger Rabbit è ambientato nella Hollywood degli anni Quaranta, piena epoca d’oro dell’animazione, e le vicissitudini dell’investigatore Eddie Valiant (Bob Hoskins) presentano un mondo del tutto peculiare, in cui cartoni animati e persone reali sembrerebbero convivere in armonia.
Il protagonista sconvolto dalla morte del fratello ed ex-socio, ucciso proprio da un cartone animato, alimenta un intenso rancore nei confronti di Cartoonia (Toontown), dove una volta adorava lavorare ma di cui non riesce più a cogliere il lato divertente. Grazie al punto di vista del detective il mondo dei cartoons ci appare, diversamente dal solito, piuttosto inquietante e malato, suggerendo così che le simpatiche stravaganze che guardiamo sullo schermo, nel mondo reale corrisponderebbero alla paranoia e allo squilibrio mentale.
Il fulcro della storia è Roger Rabbit, rappresentante quel tipo d’animazione incentrata sulla slapstick comedy (comicità elementare che sfrutta il linguaggio del corpo e si articola intorno a gag tanto semplici quanto efficaci, molto usato da animatori famosi come Tex Avery e Chuck Jones). Eddie Valiant dovrà investigare proprio sul coniglio, accusato ingiustamente dell’omicidio del proprietario di Cartoonia, Marvin Acme.
Intanto ulteriori figure infittiscono il mistero. La moglie sexy di Roger (ambigua, misteriosa ma buona), Jessica Rabbit, simboleggiò un traguardo rilevante per l’animazione disneyana, che mai si era spinta tanto oltre nel disegnare la femminilità. Divenne così una delle icone animate più amate, la cui citazione, «Non sono cattiva… è che mi disegnano così», rimane storica. Gli antagonisti del film sono rappresentati dal losco giudice Morton (Christopher Lloyd) e dal gruppo di cinque donnole gangster. Altri personaggi memorabili sono Baby Herman, un neonato-adulto che fuma il sigaro e Benny, un taxi antropomorfo. In alcune scene del film, in particolare nel finale, si ha una panoramica di numerosi storici personaggi animati.
Scritto da Jeffrey Price e Peter S. Seaman, Chi Ha Incastrato Roger Rabbit è essenzialmente un noir e un giallo che presenta una trama molto intricata, non priva di un’espressione colorita e a tratti volgare. Per questi suoi aspetti “negativi” decisero di non apporre la firma Disney, preferendo il marchio Touchstone, creato poco tempo prima per motivare l’uscita di prodotti non attinenti alla politica aziendale.
Il film fu rilasciato il 22 giugno 1988 ed ottenne un enorme successo di pubblico e di critica, diventando il più grande incasso al botteghino di quell’anno e contribuendo al rilancio dell’animazione.
Il film vinse numerosi premi: tre Academy Awards (miglior montaggio cinematografico, miglior montaggio di effetti sonori e i migliori effetti visivi) e uno speciale per la direzione di animazione a Richard Williams; due Golden Globe (miglior film commedia o musicale, miglior attore in un film commedia o musicale); cinque premi BAFTA (miglior sceneggiatura non originale, migliori effetti speciali, migliore fotografia, migliore scenografia, miglior montaggio). L’animazione di Williams tocca vette perfino superiori alla media disneyana. È risaputo che il suo lavoro era molto meticoloso e accurato perché si basava su ventiquattro disegni tutti differenti al secondo. La composizione della colonna sonora fu affidata ad Alan Silvestri, il quale ripropone la musica degli anni Quaranta e del classico cinema poliziesco. Non meraviglia quindi di scoprire brani famosi e persino alcuni pezzi musicali più consistenti che modificano pezzi già esistenti.
La lunga esperienza di preparazione del film e la formazione fatta dalla Disney fu di grande aiuto a molti giovani animatori che, al termine della produzione, verranno chiamati a Los Angeles dalla Disney per lavorare a La Sirenetta (1989), dando così inizio al decennio chiamato Rinascimento Disney.
Chi ha incastrato Roger Rabbit è un’opera che celebra i cartoons statunitensi e l’arte dell’animazione, imperniata su un formidabile lavoro figurativo di citazioni e rimandi cinematografici. L’opera crea un connubio fra comicità e romanticismo unico nel suo genere. Folle progetto cinematografico che diede nuova vita al genere d’animazione, piantando uno straordinario albero di cui negli ultimi trent’anni mangiamo i suoi frutti.
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