Terzo lungometraggio fuori concorso per questa XXI edizione di Imaginaria Animated Film Festival è Metamorphosis di Michele Fasano. Opera che trae ispirazione da La conferenza degli uccelli, poema persiano di Farid al-Din ‘Attar, per narrare quattro storie vere, quattro realtà diverse e allo stesso tempo simili. Tra il documentario e il fantastico, il film di Fasano accompagna il pubblico in un viaggio alla scoperta della religione dell’Amore.
Uno stormo di uccelli, guidato da Upupa, dopo iniziali ritrosie da parte di alcuni suoi membri, parte alla volta della montagna di Kafh dove abita Re Simourgh, che possiede risposta per ogni domanda. Il viaggio sarà lungo e non privo di pericoli. Sette sono le valli che lo stormo, sempre più esiguo durante il lungo volo, deve attraversare per raggiungere la montagna.
Lungo il tragitto quattro uccelli si staccano per breve tempo dallo stormo per vivere delle esperienze d’Amore in quattro differenti luoghi trasformandosi in quattro persone reali: Monika in Albania, Abdurrahman in Turchia, Jihad in Siria, e Susan in Israele. Quattro persone totalmente diverse, in quattro luoghi diversi, ma che hanno in comune il vivere più religioni contemporaneamente, seguendo quella religione dell’Amore che unisce tutte le differenze in quell’unico credo. Lo stormo ormai ridotto a sei uccelli, coi quattro che vi si riallacciano con più vigore, raggiunge l’agognata montagna. È il momento di ricevere le risposte tanto agognate.
Raccontare un qualcosa di così profondo e complesso come la religione dell’Amore, partendo da un poema di più di sei secoli fa e raccontandolo a un vasto pubblico grazie al linguaggio dell’animazione, è veramente interessante.
Metamorphosis comincia con un racconto di fantasia, presentando lo stormo di uccelli pronto a partire per questo pericoloso viaggio, da cui potrebbe non esserci ritorno, per poi virare in poco tempo su un taglio più documentaristico, in cui l’animazione continua a fare capolino mischiandosi alle riprese dal vero.
Lungo il corso dell’opera entriamo in contatto con quattro persone che raccontano la loro vita, la loro famiglia, il loro vivere personalmente più religioni contemporaneamente, in una costante ricerca di quell’Amore che va oltre il singolo credo.
Senza perdere di vista il viaggio dello stormo, che si ripresenta quasi fosse un fiume carsico, il film di Fasano è un continuo mettere in gioco i vissuti dei nostri quattro protagonisti, raccontando la storia dei luoghi (il tanto bene e il tanto male), delle loro relazioni e della loro personalità. Un film pieno di testimonianze per mettere in crisi lo spettatore e indurlo a meditare sul proprio vissuto, ascoltando e osservando una realtà altra, che continua ad interrogarsi sulla religione dell’Amore facendone esperienza in tutti i modi possibili, nonostante tutto.