Unicorn Wars è il secondo lungometraggio fuori concorso ad Imaginaria Animated Film Festival. Dimenticatevi i teneri orsacchiotti e i candidi unicorni perché qui l’orrore e la violenza fanno da padrone.
Dopo aver a lungo abitato assieme nella foresta magica, secondo la leggenda, gli orsacchiotti sono stati cacciati dagli unicorni dopo la sconfitta di una guerra terribile. Da quel momento il popolo di queste tenerissime creature (almeno d’aspetto) continua a dare battaglia per eliminare gli unicorni.
Al campo d’addestramento i fratelli Azzurrino e Cicciotto fanno parte di una tanto nutrita quanto scarsa squadra di reclute sotto il comando del sergente Carezze. Dopo non aver concluso adeguatamente l’addestramento, la squadra, mal assortita, viene inviata in piena zona di guerra all’interno della foresta magica per rintracciare ed eventualmente salvare una compagnia che vi si è addentrata tempo prima e non ha più dato alcuna notizia. Per Azzurrino, Cicciotto e tutti gli altri sarà l’inizio di un incubo senza fine.
Il regista e lo sceneggiatore Alberto Vazquez ci porta in una storia fatta di violenza, dolore e invidie familiari in cui la guerra vi aleggia per buona parte della narrazione fino a esplodere ferocemente successivamente.
Il film sfoggia fin da subito le sue carte vincenti: animazioni semplici, scenari vari e coinvolgenti e un vistoso espressionismo per buona parte della narrazione. Quello che però regala il secondo lungometraggio di Vazquez è il continuo senso di assurdità e straniamento nel vedere tenerissimi orsetti agire da spietati strumenti di morte (pervasi inoltre da un acceso fondamentalismo religioso). Allo splatter il ruolo di evidenziatore del continuo senso di angoscia e pericolo. Si aggiunga poi che la maggior parte della storia si dipana in una foresta particolarmente amena e l’effetto è portato davvero al limite.
Il film ispano-francese affasicne fin da subito. Grazie alla regia di Vazquez e al montaggio di Iñigo Gomez e Estanis Bañuelo, la durata del film già di per sé breve (poco più di un’ora e mezza), non si percepisce minimamente tante sono le azioni e i momenti di attenta riflessione lungo tutto il racconto. La fotografia e la colonna sonora danno le ultime pennellate per dare a Unicorn Wars gli apprezzamenti che si merita.
Dando uno sguardo più ampio sul lungometraggio, sono molti gli omaggi e i richiami a tanta bella storia del cinema. Noti sono i rimandi a La città incantata e a Principessa Mononoke (quest’ultimo in particolare) di Hayao Miyazaki, a La collina dei conigli (anche se con esiti e stilemi molto diversi), a cult come Apocalipse Now e Full Metal Jacket (un orsetto imbranato e introverso di nome e di fatto Cicciotto non può essere un caso).
Unicorn Wars è un film crudo, violento che trova la sua forza in un sostanziale e continuo scollamento fra l’essere e l’apparire di personaggi e ambiente. Niente è dolce, tenero e amabile, come appare a prima vista, perché il racconto fa deragliare verso un continuo abisso di orrore.