In viaggio con Pippo // Rapporto padre figlio

da | Apr 2, 2023 | Film

1995. Nei cinema statunitensi uscì una delle più originali e simpatiche opere di casa Disney: In Viaggio con Pippo. Un lungometraggio interamente dedicato al personaggio di Pippo (Goofy in USA) tratto dalla serie televisiva Ecco Pippo! (1992).

Il progetto nacque grazie a uno strano connubio fra la Walt Disney Television Animation (gli studi televisivi – abbr. WDTA) e i Walt Disney Animation Studios (lo studio principale della compagnia – abbr. WDAS). Dalla metà degli anni ‘80 la Disney Television aveva cominciato a creare serie come I Wuzzles, I Gummi, DuckTales – Avventure di Paperi, Le Nuove Avventure di Winnie the Pooh, Cip e Ciop Agenti Speciali, TaleSpin, Darkwing Duck fino ad arrivare a Ecco Pippo!, una serie con lo scopo di dare nuova energia al personaggio carismatico di Pippo e di creare un universo tutto per lui. 

Le puntate sono così incentrate sulle dis-avventure di due famiglie della cittadina di Spoonerville. La prima composta da Pippo – con uno stile che si discosta drasticamente dal sua prima apparizione avvenuta nel 1932 – e da suo figlio Max – un mini Pippo rappresentante il ragazzo anni ‘90 equipaggiato di walkman e skateboard. L’altra formata dal padre di famiglia Pietro – un Gambadilegno trasformato nello stereotipo statunitense – con la moglie Peg, il figlio P.J. – un baby Pietro, migliore amico di Max – e la figlia Carabina.

Il mondo di Ecco Pippo! riscontra diverse similarità con alcune scelte stilistiche realizzate nei primi anni ‘50. In questi cortometraggi Pippo veniva raffigurato come padre di famiglia, attraverso l’uomo medio George Geef, con un figlio guastafeste dai capelli rossi, molto probabilmente l’antenato di Max. Inoltre i personaggi intorno al protagonista sono rappresentati con il suo identico stile, cioè quello di cane antropomorfo. 

Ecco Pippo! non si concentra solo sul famoso personaggio disneyano ma cerca di dare origine a un mondo che non era mai stato realizzato prima d’ora – simile a quello dell’universo dei paperi dei DuckTales. Per di più è interessante sottolineare che una larga percentuale di comicità deriva dal netto contrasto fra la personalità del comune undicenne Max con la personalità esuberante ed estroversa del padre. Aspetto sul quale si baserà la trama di In viaggio con Pippo.

Oltre alle serie televisive, la Disney decise di investire su lungometraggi derivati proprio da quest’ultime. Il primo film prodotto dalla WDTA uscì nel 1990 e fu Zio Paperone alla Ricerca della Lampada Perduta, tratto dagli indimenticabili DuckTales. Il secondo film in cantiere avrebbe dovuto invece essere il film di Ecco Pippo!. Come spiega bene Valerio Paccagnella nel suo Disney Compendium: «In quegli anni l’animazione televisiva disneyana veniva realizzata da alcuni studi satellite sparsi per il mondo e da poco acquisiti. Ce n’era uno in Giappone, uno in Australia, uno in Canada, ma il più importante di tutti era senza dubbio quello francese, a Parigi. Si trattava dello studio dei fratelli Gaëtan e Paul Brizzi, che prima di essere comprato dalla Disney si occupava di Babar, e che adesso sotto la bandiera della Disney Television si stava distinguendo dalle altre unità per la grande qualità del proprio lavoro. Non stupisce quindi che fu proprio questo studio che venne scelto dalla Disney per realizzare alcuni lungometraggi cinematografici tratti dalle proprie serie televisive».

Purtroppo il primo tentativo da parte della WDTA non ebbe molto successo e la direzione ne rimase scontenta. Così il film su Ecco Pippo! venne affidato direttamente alla Walt Disney Feature Animation (gli odierni WDAS). Il lavoro del reparto televisivo venne completamente ridiscusso e vennero cancellati quasi completamente i legami con la serie. Il progetto così cominciò a centrarsi esclusivamente su Pippo e la relazione con suo figlio.

All’intera pellicola venne donato uno stile fresco mantenendo allo stesso tempo un tono da classico Disney. I personaggi principali vennero reinventati per ottenere un racconto adulto, tradizionale e moderno. L’animazione invece rimase di competenza dei reparti televisivi, che fecero un altrettanto ottimo lavoro.

Max è un teenager innamoratissimo di una compagna di liceo, Roxanne, a cui, per la troppa sfiducia in se stesso, non ha ancora espresso i suoi sentimenti. Il peggior timore del ragazzo è che la pubertà lo possa tramutare in una copia del suo goffo e irriverente padre Pippo, così da allontanarlo definitivamente dai suoi coetanei, che già lo ritengono “uno strano”.  

Così l’ultimo giorno di scuola Max decide di organizzare un’esibizione su un pezzo musicale di Powerline (il cantante pop più in voga del momento, ispirato a Michael Jackson) per fare colpo su Roxanne. Infine grazie al suo coraggio riesce a ottenere il rispetto dei compagni e il tanto ambito appuntamento con l’amata. Nel frattempo Pippo riceve una telefonata dal preside, il quale, esagerando, lo informa del comportamento da “teppista” di Max e delle conseguenze che tale condotta potrebbe portare. Temendo per il futuro del figlio, a Pippo viene l’idea di partire per un viaggio con lui, fino al lago in cui andava a pescare da ragazzo insieme a suo padre, rieducando così Max ad abitudini sane e genuine. 

Così Pippo informa il figlio del viaggio che stanno per intraprendere. Max reagisce molto male e si rifiuta di partire. Il viaggio gli impedirebbe di andare all’appuntamento con Roxanne, ma il padre riesce comunque a trascinarlo in macchina. Il ragazzo, temendo di perderla per sempre, mente a Roxanne dicendo che Powerline e suo padre sono vecchi amici e che ora stanno andando a Los Angeles, al suo concerto, dove salirà sul palco insieme a lui e potrà mandarle un saluto in diretta. Max è entusiasta, ma appena riprende il viaggio capisce di essersi messo nei guai. Da qui parte la grande dis-avventura di padre e figlio.

La pellicola è una chiara panoramica degli Stati Uniti degli anni Novanta con i suoi marcati segni di riconoscimento: le high school, le autostrade, i campeggi, il bigfoot, i parchi di divertimento, il baseball, l’autoscontri, i fast-food, i motel, i canyon e i concerti delle pop star. I caratteri tradizionali e attuali del paese non sono che incarnati perfettamente dai due protagonisti, marcando così i diversi punti di vista di due generazioni. La pellicola è abitata da moltissimi personaggi colorati e appariscenti, mostrando così un contesto narrativo ricco e completo. 

Durante il viaggio Pippo e Max hanno la possibilità di confrontarsi anche con un modello familiare negativo formato dal figlio P.J. e dal padre Pietro. Quest’ultimo è ben consapevole delle necessità di un adolescente ed esercita su suo figlio un atteggiamento autoritario e prepotente. Al contrario, Pippo non ha nessun controllo sulla situazione, fatica ad accettare la crescita di Max, e vuole creare una relazione basata sulla fiducia e sul rispetto.

Per l’intero film, come già accennato, si alternano vari aspetti della cultura americana e la colonna sonora ne fa da tramite. La musica passa con molta nonchalance dal genere pop al country. In aggiunta sono compresi alcuni brani nel più classico stile musical. Il bilancio finale è molto positivo. I componimenti si adattano perfettamente alla parte visiva, riuscendo a creare scene originali, coinvolgenti ed indimenticabili, nel più totale riguardo dei classici Disney. A parte qualche lacuna qua e là, dovute ad un budget non troppo alto, l’animazione è ben nitida e pulita, ben superiore alla serie animata. Un character design moderno e ben riuscito. 

In viaggio con Pippo ebbe un buon successo al botteghino. Al 23° Annie Awards il film fu nominato come “Miglior film d’animazione”, “Miglior scenografia”, “Miglior storyboard”, “Migliore musica” e “Migliore animazione”. Qualche anno più tardi la Disney Television produsse il “cheapquel” direct to video Estremamente Pippo (2000), di valore più basso rispetto all’originale.

Rivolto a tutte le fasce d’età, il tragicomico In viaggio con Pippo, riflette, in modo leggero, ma non per questo banale, sul rapporto padre-figlio nell’odierna società occidentale. La pellicola emoziona e coinvolge. Il film esorta lo spettatore a un sano legame genitore-figlio, dove entrambi possono imparare l’uno e dall’altro. Un’unione fra tradizionale/moderno, vecchio/nuovo e passato/futuro.

FONTI
Wikipedia I, II
Il Sollazzo, un articolo di Valerio Paccagnella
IMMAGINI
A Goofy Movie, ©1995/Kevin Lima/Walt Disney Pictures/Disney MovieToons/Walt Disney Television Animation
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Sull’autore
Ha frequentato il Liceo Artistico A. Passaglia di Lucca ed ha concluso i cinque anni di Nuove Tecnologie dell’Arte all’Accademia di Belle Arti di Carrara. I suoi lavori e i suoi studi affrontano diversi contenuti e argomenti fra cui la storia dell’arte, la filosofia, l’antropologia, la psicoanalisi, il simbolismo, il cinema, l’animazione, la mitologia e la fiaba. Fra le sue esperienze annovera pure numerose attività teatrali e musicali. Lavora con la grafica e il video. Recentemente insegna Discipline Audiovisive al Liceo Artistico di Lucca.
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