The Soloists è il fresco vincitore degli Annie Awards per il miglior film studentesco della Gobelins l’école de l’image di Parigi. Un cortometraggio che vuole far aprire gli occhi, con velata leggerezza, sui “legali” soprusi contro le donne in molte parti del mondo. Madrina del film è la regista, scrittrice e fumettista Marjane Satrapi (Persepolis, Pollo alle prugne) che dà la voce ad Ava, una delle protagoniste di questo corto. Gli autori sono Mehrnaz Abdollahinia, Feben Elias Woldehawariat, Razahk Issaka, Celeste Jamneck, Yi Liu.
In un paese non specificato, il governo si prodiga ogni giorno per inventarsi sempre nuove restrizioni che colpiscono principalmente le donne. In questo paese, in cui le donne non possono neppure camminare in coppia, ballare o andare in bicicletta, vivono – in compagnia del loro cane – Ava, Sorna e Zema, tre anziane sorelle con la passione del canto. Assieme formano le Soloists Sisters.
Dopo l’ennesima, assurda regola imposta dal regime – alle donne è vietato cantare a meno che non siano almeno in tre – Sorna, la più vivace delle tre, muore durante una prova in casa per cause accidentali. Le due superstiti decidono comunque di partecipare a un concorso canoro cui erano state ammesse e aprono le selezioni per cercare la sostituta. La selezione si trasforma in un tragicomico nulla di fatto. Quando ormai sembrano arrendersi, decidono di arruolare il loro cane, camuffandolo al meglio, per partecipare al concorso.
The Soloists è un film che, dietro a salutari spiragli di comicità, lascia passare la forte denuncia verso quei regimi che “legalmente” opprimono le donne e il femminile attraverso regole assurde che ne limitano fortemente una libera esistenza. Tutte quelle regole che inesorabilmente spuntano durante il breve racconto hanno un altissimo tasso di corrispondenza nel mondo reale, come viene ricordato alla fine del film.
A livello tecnico artistico il quintetto che ha realizzato The Soloists ha fatto una scelta senza dubbio azzeccata. Il senso di oppressione che il regime genera è evidenziato tramite pochi, pochissimi aspetti senza che però si perda quel senso di comicità che alberga lungo tutto il corso del cortometraggio. Le regole calano pesantemente dall’alto coprendo tutti quei comportamenti che, di punto in bianco, il regime giudica illegali e immorali ma, questa pesantezza viene edulcorata – senza essere cancellata, naturalmente – da musica e colori prima e dalla presenza scenica delle tre sorelle poi. In meno di otto minuti siamo incantati dal racconto. La scelta dei cambi scena “a vista” è davvero interessante.
La trama di The Soloists è molto vicina al presente, considerando che è stato realizzato prima delle recenti proteste in Iran. Racconta di soprusi e dolori, evitando moralismi e patetismi eccessivi grazie alla forza del sorriso, spiattellando davanti agli occhi una storia dove “tutto è finto ma niente è falso” (citazione parziale di Gigi Proietti sul teatro). Il corto rispecchia una realtà ancora molto diffusa e che non può passare inosservata.