Martedì 24 gennaio sono state annunciate le candidature alla novantacinquesima edizione dei premi Oscar, ovvero gli Academy Awards 2023, e la categoria di Miglior Film d’Animazione (Best Animated Feature) ha confermato l’andamento generale della stagione dei premi. A comporre la cinquina che il prossimo 12 marzo si contenderà la statuetta sono:
- Pinocchio di Guillermo del Toro, Mark Gustafson, Gary Ungar e Alex Bulkley (qui l’articolo)
- Marcel the Shell di Dean Fleischer Camp, Elisabeth Holm, Andrew Goldman, Caroline Kaplan e Paul Mezey (qui l’articolo)
- Il gatto con gli stivali 2 – L’ultimo desiderio di Joel Crawford e Mark Swift
- Il mostro dei mari di Chris Williams e Jed Schlanger (qui l’articolo)
- Red di Domee Shi e Lindsey Collins (qui l’articolo)
Pinocchio e Il mostro dei mari (quest’ultima forse l’unica vera sorpresa della cinquina) sono i due rappresentanti di Netflix, mentre per gli altri due colossi dell’animazione ‒ Disney–Pixar e Dreamworks ‒ ci sono rispettivamente Red e Il gatto con gli stivali 2. Infine un film indipendente come Marcel the Shell, che si è diviso il favore della critica con Pinocchio.
Pinocchio è senz’ombra di dubbio il grande favorito con all’attivo numerosissimi riconoscimenti. Distribuito su Netflix lo scorso dicembre, la rivisitazione del romanzo di Carlo Collodi in chiave antifascista ha convinto gli addetti ai lavori fin dalla sua uscita. Guillermo del Toro, regista visionario già premio Oscar per La forma dell’acqua, a cui sono care le atmosfere dark fantasy e gotiche, ha lasciato un’impronta d’autore su una storia che negli ultimi tre anni è stata trasposta in tre film diversi: nello stesso 2022 era uscito Pinocchio di Robert Zemeckis, remake in live action del Classico Disney del 1940, e nel 2019 il Pinocchio di Matteo Garrone, che dei tre è sicuramente l’adattamento più fedele del romanzo.
Alla fine per il film di del Toro è arrivata solo una candidatura, contrariamente alle previsioni di qualche settimana fa che ritenevano plausibili le candidature di Alexandre Desplat in Miglior colonna sonora e di Ciao Papa in Miglior canzone. Il film sembra comunque essere in netto vantaggio rispetto agli altri e i pronostici sono dalla sua parte. Il sito statunitense GoldDerby, che segue da vicino i premi dell’industria cinematografica, televisiva e teatrale, lo posiziona in vantaggio rispetto alla concorrenza. Del resto ci sono moltissimi elementi che giocano a suo favore: il nome di del Toro alla regia, il successo che il film ha riscosso con la critica, i temi affrontati (perché aggiungere un taglio critico a una storia così famosa è sempre un plus), il talento dei doppiatori arruolati, tra grandi nomi di Hollywood (come Ewan McGregor, Cate Blanchett, Christoph Waltz e Tilda Swinton), veterani del cinema britannico (David Bradley) e sorprendenti nuove leve (Gregory Mann) e, last but not least, il film è dotato di un linguaggio universale.
Pinocchio è infatti un film che può far riflettere insieme adulti e bambini, in cui l’uso dell’animazione non è un mero esercizio di stile da parte di un grande regista, ma una scelta precisa e mirata e un valore aggiunto al film. Agli Oscar non sempre vincono i film preferiti dalla critica né necessariamente i migliori di quell’anno col senno di poi, ma vincono quelli che mettono d’accordo tutti e che non sono divisivi, a maggior ragione se si tratta della categoria di Miglior film d’animazione, appannaggio di film di buoni sentimenti. In questo caso i tre elementi sembrano coincidere, lasciando poco spazio a sorprese dell’ultimo minuto.
Lo scorso 15 gennaio Pinocchio ha vinto ai Critics Choice Awards e ha ottenuto altri riconoscimenti della critica statunitense, trionfando per la North Dakota Film Society (NDFS) e aggiudicandosi anche il premio per la Miglior canzone (Ciao Papa), per i Chicago Indie Critics (CIC), dove ha vinto anche per la colonna sonora di Alexandre Desplat e per la Online Film Critics Society (OFCS). Per il London Critics Circle (LCC) il film di del Toro ha meritato il Technical Achievement Award per l’animazione di Brian Leif Hansen.
Tra gli inseguitori Marcel the Shell, l’unico film che costituisce un’alternativa a Pinocchio, è stato apprezzato dalla critica per il doppiaggio di Jenny Slate, che i CIC hanno indicato come miglior performance vocale, ed è stato ritenuto il miglior film d’animazione del 2022 dal Kansas City Film Critics Circle (KCFCC).
Ma prima del 12 marzo un ulteriore appuntamento potrebbe rappresentare l’ennesima conferma per Pinocchio: il 25 febbraio verranno assegnati gli Annie Awards, i premi più importanti per l’animazione a livello mondiale che comprendono un elevato numero di categorie: dai film agli annunci pubblicitari, passando per i cortometraggi e le serie d’animazione. Agli Annie Awards il film di del Toro ha ottenuto nove candidature e guida le 50 nomination di Netflix. Di queste 50 ben tre sono per la categoria Miglior film d’animazione: oltre a Pinocchio, figurano anche Il mostro dei mari e Wendell & Wild. A completare la categoria sono Il gatto con gli stivali 2 e Red. Pinocchio è anche candidato per gli effetti speciali (insieme ad Avatar – La via dell’acqua, Il mostro dei mari, Lightyear – La vera storia di Buzz e Minions 2 – Come Gru diventa cattivissimo), per l’animazione dei personaggi (insieme a Red e Troppo cattivi), per la regia (con Il drago di mio padre, Marcel the Shell, Red e Wendell & Wild), per le musiche (con Il mostro dei mari, Mad God, Red e Troppo cattivi), per la scenografia (con Il gatto con gli stivali 2, Il mostro dei mari, Mad God e Troppo cattivi) e per il montaggio (con Il gatto con gli stivali 2, Il mostro dei mari, Lightyear e Red). Di particolare rilievo sono infine le due candidature per il doppiaggio a David Bradley e Gregory Mann per i personaggi di Geppetto e Pinocchio. Gli altri candidati sono Jenny Slate per il personaggio di Marcel in Marcel the Shell, Wagner Moura per il lupo Morte in Il gatto con gli stivali 2 e Zaris-Angel Hator per Maisie Brumble in Il mostro dei mari. Nell’altra categoria più importante, ovvero Miglior film d’animazione indipendente, i film candidati sono Charlotte di January Films Ltd., Balthazar Productions e Walking the Dog, Inu-ō di Science SARU, Little Nicholas, Happy as can be di On Classics e Bidibul Productions, Marcel the Shell di Marcel the Movie LCC e Il drago di mio padre, coproduzione Cartoon Saloon-Netflix.
Per tirare le somme è evidente il dominio del film di del Toro ed è innegabile la volontà da parte dei protagonisti del mondo del cinema di premiare un grande autore, che con coraggio si è cimentato in una forma di espressione diversa dalla consueta in carne e ossa e che ha saputo dare un taglio molto adulto a una storia che si presta a infinite letture. Ovviamente non bisogna mai sottovalutare lo strapotere di Disney e DreamWorks, che negli anni si sono spartiti i vincitori degli Oscar, ma tutto fa presupporre che l’Academy sceglierà diversamente quest’anno. A meno che nelle prossime settimane del Toro non finisca al centro di scandali o si renda protagonista di gesti riprovevoli alla Will Smith, non ci sono finali alternativi. Meglio tirare già fuori carta e penna per il discorso, Guillermo.