Enrico Casarosa, famoso per essere stato premiato agli Academy Awards per il cortometraggio La Luna (2011), ha diretto Luca (2021), il 24° lungometraggio prodotto dalla Pixar Animation Studios, ottenendo un incredibile favore di pubblico tanto da divenire uno dei candidati agli Oscar. La storia è stata scritta dallo stesso Casarosa, da Jesse Andrews e da Simon Stephenson.
Luca è un piccolo mostro marino molto curioso del mondo in superficie. La famiglia molto apprensiva cercherà di tenerlo lontano dai pericoli che si celano là fuori. Però la forte amicizia nata con Alberto lo spingerà a vivere per conto proprio sulla terraferma trasgredendo così le regole di casa.
Il racconto affronta con semplicità alcuni temi, come la paura del diverso e l’accettazione di sé, ma soprattutto parla di amicizia, e sarà proprio il rapporto tra Luca e Alberto e la loro curiosità verso il mondo esterno a innescare le vicende della pellicola.
Le atmosfere del film sono colorate e luminose, donando alla pellicola un tono leggero e rilassante che abbraccia lo spettatore tramite le sue tinte pastello.
La regia di Casarosa ci accompagna in un’avventura sempre pronta a regalare sorrisi con le sue battute e a stupirci con i suoi momenti onirici pari a quelli di Fellini e di Miyazaki.
Una menzione onorevole va data agli artisti dello studio Pixar (sempre stati all’avanguardia nella tecnica animata) che anche questa volta hanno stupito e non di poco. La rappresentazione del mare in questa pellicola è incredibile e sembra rasentare il realismo.
Inoltre bisogna citare anche l’ottima costruzione CGI del paesino di Porto Rosso, scenario in cui si svolgerà quasi tutta la vicenda. La cittadina è perfetta, ricca di riferimenti culturali italiani sparsi qua e là (compreso il cinema). Il borgo marittimo trae ispirazione dalle cittadine liguri delle Cinque Terre, in particolare Vernazza e Monterosso. Tanto è vero che durante il periodo promozionale, nel mare a largo di Monterosso, sono state calate due statue raffiguranti Luca e Alberto.
Ritengo che l’unico difetto della pellicola sia la semplicità e la debolezza della storia che rischia di cadere nel già visto, riducendo così le proprie potenzialità.
Con Luca, Casarosa ha scritto una lettera d’amore all’Italia. Un paese composto da piccole località, ricche di vecchie case, di bambini che giocano a calcio, di anziani che passano il tempo con le carte, circondati da buon cibo, vino e caffè, e di estati torride che rendono ancor più buono un gelato. Certamente gli autori raccontano l’Italia degli anni Cinquanta, inesorabilmente diversa dai giorni nostri. Ma certi giorni, quando il sole è ancora alto, l’Italia può essere ancora descritta con una sola parola: magica.