Gli Oscar 2022 sono proprio dietro l’angolo e per la categoria di Miglior Film d’Animazione è un anniversario speciale: sono infatti passati vent’anni da quando Shrek vinse per la prima volta questa categoria. Da allora diversi capolavori del cinema d’animazione come Alla Ricerca di Nemo, Up e Coco si sono aggiudicati la statuetta più ambita del cinema. L’esigenza di istituire una categoria ad hoc era nata in seguito all’aumento di film d’animazione di grande qualità che riuscivano persino a entrare nella rosa dei candidati a miglior film, come successo con La bella e la bestia nel 1992. Quest’anno a contendersi il titolo saranno cinque film di livello, con la Disney che domina con ben tre titoli (di cui due “classici” e una coproduzione con Pixar).
Ma che cosa determina il vincitore degli Oscar in questa categoria? Una serie di fattori: alcuni sono quasi imprescindibili, come il successo di critica e pubblico, una data di distribuzione strategica, l’importanza delle personalità coinvolte, i riconoscimenti ottenuti, i fondi investiti nella campagna promozionale, mentre altri sono più incidentali perché legati ad esempio al momento storico e alle tematiche affrontate.
Tra i candidati di quest’anno un solo titolo sembra rispondere a tutti i requisiti: Encanto, il primo film della Disney a portare sullo schermo un’intera famiglia afro-latinoamericana. Dopo aver ricevuto anche le candidature a Miglior Colonna Sonora e a Miglior Canzone per Dos Oruguitas, il colorato film di Jared Bush e Byron Howard, che fa riferimento al dramma degli sfollati interni durante la guerra civile colombiana, si è aggiudicato premi importanti come il PGA Award (il premio del sindacato dei produttori di Hollywood) e il BAFTA come Miglior Film d’Animazione e ha riscosso un grande successo sia al botteghino che su Disney+. Il film continua inoltre la tendenza della Disney ad allontanarsi dai cattivi tradizionali e dalle loro deliziose e perfide canzoni per optare invece per nemici più difficili da sconfiggere, come il trauma intergenerazionale e i conflitti familiari. Vanta inoltre un’incantevole colonna sonora firmata da Lin-Manuel Miranda, che insieme alla Disney ha scelto inaspettatamente di puntare tutto sulla più rappresentativa (ma anche più tradizionale) Dos Oruguitas, non potendo immaginare il successo di We don’t talk about Bruno, che ha scalato poi tutte le classifiche come non si vedeva dai tempi di A whole new world di Aladdin. La vittoria di Encanto segnerebbe inoltre un nuovo trionfo in solitaria della Disney, che finora si è aggiudicata solo tre statuette senza collaborare con la Pixar, rispettivamente per Frozen, Big Hero 6 e Zootropolis. Più difficile (ma non impossibile) sarà vincere nelle categorie della Miglior Colonna Sonora e Miglior Canzone Originale: l’Academy potrebbe scegliere di premiare Miranda, che gode di un successo inarrestabile ormai dai tempi del musical Hamilton, anche se la colonna sonora di Dune di Hans Zimmer e la ballata No time to die di Billie Eilish sembrano le favorite. Se ci fosse stato Bruno…
E passando da un “Non si nomina Bruno” a un “Silenzio, Bruno!”, l’Italia tiferà per il produttore e regista Enrico Casarosa, candidato insieme a Andrea Warren per Luca. Il film coprodotto da Disney e Pixar, che racconta la storia di due mostri marini del Mar Ligure e delle loro avventure sulla terraferma sembra dividere lo stesso destino dell’altro classico Disney del 2021, ovvero Raya e l’ultimo drago, diretto da Don Hall e Carlos López Estrada, che all’interno della rosa dei cinque film è senz’altro quello che ha riscosso meno consensi. Nonostante siano due spettacoli visivi, coinvolgenti e con ottime sequenze animate, sono stati entrambi penalizzati dalla scelta della Disney di distribuirli nella prima metà del 2021, puntando invece tutto su Encanto, uscito infatti nei cinema statunitensi il 24 novembre. Per i film che aspirano alla statuetta è fondamentale infatti essere distribuiti al cinema o sulle piattaforme negli ultimi due mesi dell’anno, quando la campagna per le candidature entra nel vivo.
I Mitchell contro le macchine, prodotto da Sony Pictures Animation e distribuito da Netflix, è l’unico potenziale pericolo per Encanto. Diretto da Mike Rianda e Jeff Rowe, è stato scelto come miglior film d’animazione da più di 30 associazioni di critici statunitensi, tra cui il NYFCC (New York Film Critics Circle) e si è aggiudicato l’Annie Award, premio della sezione di Hollywood della Association Internationale du Film d’Animation, e importante punto di riferimento per gli Oscar. Il film racconta la storia della sgangherata e disfunzionale famiglia di Katie Mitchell e di un viaggio in macchina che si trasforma in una missione per salvare la Terra da un’invasione di robot.
Il vero outsider di questa categoria è però Flee, che rappresenterà la Danimarca nella categoria Miglior Film Internazionale ed è candidato anche nella categoria di Miglior Documentario: un tris di nomination che costituisce un vero e proprio caso storico. Diretto da Jonas Poher Rasmussen, può vantare come produttori esecutivi attori del calibro di Riz Ahmed e Nikolaj Coster-Waldau e racconta la vicenda del rifugiato afgano Amin Nawabi, che è in procinto di sposarsi con il suo fidanzato e confida per la prima volta il suo passato e la sua fuga dall’Afghanistan fino alla Danimarca. Se da una parte è praticamente scontata la vittoria di Drive My Car per il Giappone come Miglior Film Internazionale, Flee potrebbe tuttavia aggiudicarsi la categoria di Miglior Documentario, visti anche il tema trattato e il tipo di prodotto più “adulto”, che potrebbero spingere i votanti a indirizzare i loro voti nella categoria di Miglior Documentario, dove dovrà vedersela con l’acclamato Summer of Soul. Domenica 27 potrebbe dunque vincere una delle tre categorie, anche se al momento sembra essere in una posizione di svantaggio. Tra i film d’animazione è sicuramente la scelta alternativa al divertimento che caratterizza in genere i vincitori di questa categoria.
In definitiva, quale sarà il film vincitore degli Oscar 2022? In teoria, I Mitchell contro le macchine e Flee potrebbero sorprendere, ma noi andiamo più sul sicuro e scommettiamo su Encanto, che sembra avere tutte le carte in regola per portare a “casita” la statuetta.